Curatore/i: Filippo Orsini con Luigi De Nardo ed Alessandro Perego
Mangiare non è mai un atto individuale: è sempre, in qualche misura, un atto sociale
Fischler, 1990

Entro il 2050 gran parte della popolazione mondiale abiterà in un contesto urbano metropolitano; già ora le grandi conurbazioni ad alta densità abitativa pur occupando solo il 3% della superficie terrestre, consumano quasi il 70% delle risorse in termini di energia e cibo prodotti. La produzione di cibo attualmente è caratterizzata da estreme contraddizioni e dicotomie: si produce cibo per 12 miliardi di persone, a fronte di una popolazione mondiale di 8mld, ma di questa circa un miliardo è oltre il limite della denutrizione, mentre quasi 700 mln soffrono di problemi di obesità e circa 2miliardi di adulti sono in sovrappeso. In un contesto aggravato dal climate change sarà dunque necessario definire essenziali strategie di resilienza urbana, in una prospettiva olistica e di economia circolare, che includano l’accesso universale alla sicurezza e salute alimentare.
PRODUZIONE
La produzione del cibo, oggi, non è più confinata in campi e campagne, legata solo a metodi ancestrali, ma entra nelle città, in laboratori ed edifici, integrandosi con tecnologie avanzate e pratiche sociali innovative, provando a dare risposte diverse a una stessa esigenza: produrre cibo sufficiente e sicuro per una popolazione mondiale in crescita, riducendo al contempo l’impatto ambientale. L’agricoltura urbana ridisegna lo spazio pubblico cittadino, trasformando giardini sui tetti, serre e orti comunitari in luoghi di produzione ibridi, integrati nei quartieri. Accanto alle pratiche comunitarie si sviluppano sistemi automatizzati di coltivazione multilivello – vertical farming - che utilizzano substrati e nutrienti innovativi. Nella produzione agricola e zootecnica, l’uso di sensori, droni e robot consente di ottimizzare tempi, ridurre sprechi alleggerendo la fatica fisica degli operatori.

DISTRIBUZIONE
La distribuzione del cibo avvolge il pianeta in fitte trame di reti che connettono ed annullano distanze, mentre all’interno della città contemporanea, luoghi e spazi archetipici, come i mercati, da sempre deputati all’erogazione dei generi di sostentamento hanno assunto nuove forme ed usi ibridi. La definizione di sistemi di regole per la gestione del ciclo alimentare sono al centro di politiche e pratiche sempre più attente alla sostenibilità ed all’inclusività mentre la lotta contro lo spreco alimentare vede coinvolte istituzioni ed associazioni per il diritto quotidiano di accesso al cibo più equo e solidale.

CONSUMO / COLLETIVITA’
Il consumo di cibo non rappresenta soltanto un atto biologico necessario alla sopravvivenza ma costituisce, da sempre, un momento rituale e profondamente sociale. L’atto del mangiare è inscritto in una dimensione culturale che va oltre la semplice nutrizione, assumendo significati simbolici, relazionali e comunitari. I luoghi deputati a questi momenti condivisi assumono quindi un ruolo centrale. Mense, cucine domestiche e collettive, non solo forniscono pasti, ma producono relazioni: preparare e consumare insieme, significa abbattere barriere, rinegoziare differenze e rafforzare il senso di appartenenza. Al contrario le veloci dinamiche relazionali della città contemporanea, spingendo verso costumi sociali improntati a un forte individualismo, inducono ad una sempre maggiore dimensione domestica del consumo di cibo, preparato in spazi nascosti ed inattesi.

CONSUMO / RIUSO
Il cibo, nella sua filiera genera inevitabilmente resti, scorie e residui. Guardare a questi materiali soltanto come scarti significa trascurarne il potenziale biologico, energetico e sociale: grazie a processi scientifici e tecnologie innovative, questi avanzi vengono trasformati e restituiti a nuova vita. Il tema del riuso degli scarti alimentari, integrando ulteriori cicli di consumo in settori trasversali della società (dall’agricoltura all’edilizia, dal design alla cosmesi, dai biomateriali alla medicina fino a quello energetico), rappresenta un nodo cruciale per la sostenibilità ambientale e per l’economia circolare. In definitiva, ciò che oggi definiamo “scarto” può diventare una risorsa preziosa, capace di alimentare non solo il pianeta, ma anche un nuovo immaginario di responsabilità e solidarietà.


La mostra intende indagare queste grandi sfide di natura ambientale, spaziale, sociale ed economica rispetto alla sostenibilità dei sistemi agro-alimentari, esponendo soluzioni innovative ai problemi che riguardano produzione, distribuzione/gestione e consumo di cibo, attraverso la messa in scena dei percorsi sinergici di studio, sviluppo e sperimentazione messi a punto in questi ultimi anni dalle attività di ricerca transdisciplinare delle varie equipe del Politecnico di Milano.
Il tema vasto ed omnicomprensivo del cibo verrà dunque istruito ed analizzato in base a tre principali categorie di azioni: produzione, distribuzione/gestione e consumo. Le esperienze e le indagini inerenti questi tre campi di azione verranno incrociati con categorie temporali – presente, passato e futuro – e dimensionali – small, medium, large - in modo tale da restituire un abaco chiaro ed esaustivo dello stato dell’arte e delle prospettive future sul tema specifico ma anche del più ancestrale rapporto tra Natura-Artificio e Paesaggio-Città, misurandone attuali distanze e sovrapposizioni attraverso la chiave di lettura in filigrana del cibo.
I contenuti di quest’appendice saranno selezionati tra i prodotti della Call for Photo&Video FOOD&City | Milano 2015-2015. Tracce, trasformazioni, disuguaglianze: 10 domande aperte a 10 anni da Expo Milano, aperta a giovani artisti, fotografi, ricercatori, ed il cui racconto degli esiti saranno esposti in uno spazio di circa 80 mq. adiacente a quello principale di circa 400 mq.
I contributi selezionati saranno esposti in un’apposita sezione dando forma ad una mappa visiva fatta di domande, dubbi, intuizioni e memorie, costituendo una riflessione collettiva aperta. Una rassegna ragionata di opere come approfondimento del tema generale mostra, ma esplorato da un punto di vista altro rispetto a quello tecnico di architetti ed ingegneri.
Nei tre mesi di apertura, la mostra sarà anche occasione per innescare momenti collettivi di riflessione pubblica; il Politecnico ospiterà infatti tavole rotonde, seminari e talk aperti al pubblico con esperti, ricercatori, aziende e istituzioni. A questo scopo verrà allestita un’apposita sala FOOD&Talk direttamente collegata agli spazi espositivi – dove poter svolgere questo programma di public engagement tra università, città, istituzioni ed aziende, per approfondire la varietà di temi correlati ai contenuti della mostra, aprendolo ad un pubblico più ampio possibile, e così contribuire alla crescita sociale e all'indirizzo culturale del territorio.

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Abstract
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Call for Photo
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Flyer re Call for Photo
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Regolamento re Call
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Intro Mostra
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Locandina
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